giovedì 10 ottobre 2013

Minuto per minuto

Le repliche  di vecchie puntate di Tutto il calcio minuto per minuto sulla radio online della Rai sono una delle migliori cose accadute in questo malaticcio 2013. Non già perché ci permettono di riascoltare i racconti di Ciotti, Ameri e compagnia dall'inizio alla fine e non in base a brevissimi frammenti; non soltanto perché un po' tutti avranno una buona scusa per sfogarsi contro il calcio moderno e rimpiangere il bel pallone di una volta. Le bobine che - abbiamo scoperto - erano custodite in un magazzino Rai di Torino racchiudevano molto di più: il paesaggio sonoro degli stadi italiani.

Fare i retrofili non è difficile, ultimamente. Per esempio, del periodo calcistico 1969-72 (unici anni finora coperti, ahinoi, dalla coraggiosa iniziativa) abbiamo potuto leggere molto grazie agli archivi della Stampa e dell'Unità; abbiamo potuto vedere ore di pellicola grazie alla pur schizofrenica operazione archeologica di Rai Sport. Ma le voci di quegli stadi, di quelle partite, non le avevamo sentite mai. Quei boati che si udivano nei servizi della Domenica Sportiva che mostravano le azioni salienti delle gare di giornata, infatti, non erano autentici. Le partite venivano riprese in pellicola e già era un bel problema sviluppare, tagliare e montare il servizio in poche ore: l'ipotesi di piazzare dei microfoni a bordo campo per riprendere l'audio ambientale era inutile fantascienza. E così ogni sede Rai aveva il proprio nastro-loop preconfezionato di effetti sonori da stadio: bastava alzare il volume nel momento del culmine dell'azione e il boato era servito. Una pratica andata avanti almeno per tutti gli anni Settanta.

E così, è quasi più bello ascoltare il rumore di fondo piuttosto che l'italiano secco, veloce, elegante dei radiocronisti. Nessun coro "organizzato": solo in qualche occasione si può sentire lo stadio scandire il nome della squadra ("Ju-ve! Ju-ve!") o un sarcastico epiteto destinato all'arbitro Concetto Lo Bello,  ("Duce, duce"!, Fiorentina-Cagliari del 12 ottobre 1969). Al San Paolo di Napoli si esibisce spesso un trombettiere, mentre nel blocco di puntate del 1972 compaiono le trombe da stadio polifoniche, quelle che riproducevano (stonando) motivetti come "La Marsigliese" o "La cucaracha". Una lontananza impressionante non solo dai cori di "discriminazione territoriale" del giorno d'oggi, ma da qualsiasi forma di tifo organizzato. Un grande brusio, la cui intensità cresceva man mano che la palla si avvicinava alla porta, fino a sfondare i timpani in caso di rete, o fallo da rigore, o parata. Già, perché tra l'altro, all'epoca gli stadi erano pieni.

PS - Ovviamente il progetto di digitalizzare e ritrasmettere le vecchie puntate di Tutto il calcio è troppo bello e troppo della Rai per essere vero. Dopo una primavera e un'estate di goduria, con la trasmissione quasi integrale della stagione 1969-70 e della parte finale del 1971-72, tutto ha taciuto. Ora veniamo a sapere dalla redazione che "ci sono dei notevoli ritardi" nella digitalizzazione delle bobine e che "non si può garantire correttamente la programmazione". Non sappiamo perché, ma abbiamo paura che altri "Buuu!", altri "Gool!", altri boati rimarranno prigionieri ancora a lungo di un nastro magnetico.

1 commento:

  1. ne conosco a dozzine di gente pronta a digitalizzare delle cassettine...

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